outputGenerato con DiscorsoMatrimonio usando l'IA
Buonasera a tutti.
Respirare, guardare Giulia e Marco, e cercare di non commuovermi troppo… missione quasi impossibile.
Quando penso a voi due, la prima immagine che mi viene in mente è quella di un tramonto. Non solo perché vi siete conosciuti parlando di luce perfetta a un corso di fotografia serale a Milano, ma perché da quel momento avete imparato insieme a inseguire le sfumature, a catturare la bellezza nei dettagli, a fermare il tempo quando vale la pena.
Ricordo il vostro primo appuntamento ai Navigli. Giulia tornò a casa con quell’aria che noi mamme conosciamo bene: il sorriso che scappa anche quando non vuoi, e lo sguardo che si perde un po’ lontano. “Mamma, abbiamo parlato di tutto: tramonti, viaggi, e… pasta al dente.” Ho capito che non era solo una serata. Era un inizio.
Poi è arrivato quel viaggio in Portogallo dopo un anno. Le foto di voi due, zaini in spalla, i piedi doloranti ma felici, la luce dell’oceano e le risate che quasi si sentivano anche dalle immagini. Avete imparato a perdervi per ritrovarvi, a scegliere la strada meno comoda ma più vostra. E da lì, passo dopo passo, siete arrivati a Porta Romana, a quella convivenza che profumava di domeniche lente e sugo sul fuoco, di mercati rionali e fotografie di mercati locali appese in salotto, di ricette regionali provate, sbagliate, aggiustate, e poi riuscite meglio di prima.
Marco, io ti ho conosciuto in un giorno semplice, come tutte le cose importanti. Un pranzo della domenica. Sei arrivato con una torta fatta da te—buonissima—e un mazzo di girasoli per me. È stato in quel momento che ho pensato: questo ragazzo ha una grazia silenziosa. Paziente, affidabile, con quella calma che non è assenza di emozione, ma presenza di attenzione. Tu ascolti, guardi, ci sei. E per una mamma, sapere che accanto a sua figlia c’è qualcuno che “c’è” davvero, è un regalo immenso.
Giulia, tu lo sai: ti ho vista crescere con quella tua determinazione che a volte spaventava pure me, e con quella creatività che ha sempre riempito casa nostra di colori, idee, progetti. Tu sei capace di sognare e poi di costruire quel sogno con le mani, pezzo dopo pezzo. E vedere come, accanto a Marco, questa tua forza si è fatta ancora più dolce, più luminosa, mi fa sentire orgogliosa in un modo che le parole non bastano.
Siete generosi. Con gli amici, con la famiglia, tra di voi. Lo si vede nelle piccole cose: quando cucinate la domenica e Giulia assaggia il sugo con quel cucchiaio “rituale”, e Marco sorride e dice “ancora un pizzico di sale”. Quando partite leggeri, zaini sulle spalle, e tornate pieni: di foto, di storie, di spezie prese in un mercato, di una ricetta imparata guardando una signora affettare le cipolle come fosse un’arte. E quando parlate di luce, di scatti, di paesaggi: non è solo fotografia, è il modo che avete di stare nel mondo, insieme.
Poi è arrivato l’autunno a Verona. La proposta. Lì, tra pietra e poesia, avete scelto—ancora una volta—di costruire un futuro a due. E oggi siamo qui a festeggiare questo sì che avete detto con il cuore, dopo sette anni di passi l’uno accanto all’altra.
Vorrei dirvi una cosa da mamma, ma anche da donna che ha imparato un po’ a camminare nella vita. L’amore non è sempre perfetta luce di tramonto: a volte è alba incerta, a volte è mezzogiorno accecante. Ma se continuerete a fare quello che avete fatto finora—guardarvi negli occhi prima di scattare, aggiustare l’angolo, trovare il fuoco giusto, accettare una foto mossa perché racconta una risata vera—allora avrete un archivio di ricordi che non sbiadirà. Sceglietevi ogni giorno, anche quando la luce non sembra “perfetta”. E tenete lo zaino pronto: non per scappare, ma per ricordarvi che le avventure più belle si fanno insieme.
Marco, prenditi cura di Giulia come già fai: con quella pazienza che le lascia spazio per creare, e con quella solidità che le ricorda che una casa non è solo muri, è mani che si cercano.
Giulia, ama Marco con la tua creatività coraggiosa: riempi le sue certezze di sorpresa, ma non dimenticare di appoggiarti a lui quando serve. Non siete due metà: siete due interi che hanno scelto di camminare affiancati.
E quando sarà domenica e la cucina profumerà di sugo, quando le valigie saranno pronte per un nuovo viaggio, quando una foto non verrà benissimo—rideteci su. La perfezione è sopravvalutata. La felicità, invece, ha bisogno di voi così come siete: determinata e creativa tu, paziente e affidabile tu, generosi entrambi.
Io vi voglio bene. Sono fiera di te, Giulia, e grata a te, Marco, per come ami mia figlia e per come ti sei fatto amare da tutti noi.
E adesso, se siete d’accordo, alziamo i calici.
A Giulia e Marco: che la vostra vita sia piena di luce giusta o sbagliata, purché sia vostra.
Che ogni foto racconti una storia vera, che ogni viaggio vi riporti a casa, e che ogni domenica sappia di sugo, risate e abbracci.
A voi, oggi e sempre. Prosit!