outputGenerato con DiscorsoMatrimonio usando l'IA
Buonasera a tutti… e grazie per essere qui a festeggiare con noi. Se mi emoziono, fate finta che sia colpa della cipolla del buffet, non della figlia che sposa l’uomo della sua vita.
Quando guardo Sara, vedo ancora la bambina che riempiva i quaderni di disegni e la casa di colori. Sempre solare, creativa, con quell’energia che ti prende per mano e ti dice: “Dai, papà, fidati.” E io mi sono sempre fidato.
Oggi la vedo bellissima, e vedo una donna che ha costruito se stessa con gentilezza e coraggio.
E poi c’è Davide.
Ci siamo conosciuti il giorno del trasloco. Lui, con uno scatolone in braccio e una battuta al minuto. A un certo punto, mentre arrancavo sulle scale, mi guarda e dice: “Lo sa, signor Greco, l’ironia è leggera… peccato questi libri non lo siano.” Lì ho pensato: “Ok, il ragazzo mi piace.” Ho capito subito che era pragmatico, concreto… e spiritoso al punto giusto. Uno che non scappa quando la vita pesa, ma trova il modo di alleggerirla.
Voi due vi siete incontrati a un concerto indie a Bologna, presentati da amici comuni. Non potete dirmi che non era destino: in mezzo a chitarre stonate e luci colorate, vi siete riconosciuti. E da lì sono passati otto anni. Otto anni in cui avete aggiunto tasselli uno dopo l’altro, senza fretta ma senza fermarvi mai.
Mi ricordo il vostro primo appuntamento al mercatino dell’usato. Sara, tu sei tornata a casa con una lampada improbabile e un sorriso enorme. “Papà, Davide ha contrattato come un campione, ma poi ha insistito per pagare lui: dice che i veri affari sono quelli che rendono felici due persone.” Ho pensato: questo ragazzo sa il valore delle cose… e soprattutto delle persone.
Dopo quattro anni siete andati a vivere insieme. Quella casa è diventata un laboratorio di amore e risate: ricette vegetariane sperimentate con la stessa serietà dei chimici del CNR, serate giochi con gli amici in cui la regola numero uno era “ridere vale doppio”, e… cani.
Quei musetti arrivati dal canile che avete adottato e amato come figli: ogni volta che ne portavate a casa uno nuovo, fingevo di essere severo. Dentro, però, mi scioglievo. Perché vedere l’amore che moltiplicate, non solo tra voi ma verso chi ha più bisogno, è la prova più concreta della vostra grandezza.
E poi la proposta. In Val di Fassa, durante un trekking.
Davide, ti immagino lì, con il cuore che correva più della salita, e Sara che rideva perché la bellezza della montagna le fa sempre brillare gli occhi. Quel sì, detto tra vento e cielo, mi è sembrato perfetto: voi due siete gente da panorami larghi, da passi fatti uno accanto all’altro, da silenzi pieni.
Quello che mi piace di voi è l’equilibrio.
Sara è luce, invenzione, un’idea nuova ogni tre minuti.
Davide è bussola, praticità, un piano B sempre pronto… e un sorriso che mette in pausa le tempeste.
Insieme siete come una casa con le finestre spalancate e le fondamenta solide. Uno spazio dove entrano amici, cani, profumo di spezie e risate. E quando serve, ci si stringe forte e si va avanti.
Da padre affettuoso, e con il mio noto debole per le battute, avrei una lista di consigli.
Ma la verità è che, in questi otto anni, siete stati voi a insegnare qualcosa a me.
Mi avete insegnato che l’amore ha un ritmo tutto suo: sa essere concerto, mercatino, cucina, sentiero di montagna.
Mi avete insegnato che la gentilezza è una scelta quotidiana: si vede da come vi parlate, da come vi ascoltate, da come dividete le fatiche e celebrate le piccole vittorie.
E mi avete insegnato che la famiglia non si trova: si costruisce, un cane adottato alla volta, una risata alla volta, una forchettata di pakora di ceci – bruciacchiata la prima volta, perfetta la terza – alla volta.
A te, Davide, voglio dire questo.
Non ti consegno un “tesoro fragile”. Sara è forte, lo sai. Ma è il mio cuore con le gambe, e quel cuore tu lo tratti con rispetto, ironia, cura. Hai imparato il suo linguaggio: un mix di colori, abbracci e battute fuori tempo.
Continua così. Portala in alto quando la strada sale e fatti tirare su da lei quando serve coraggio. E ricordati, per stare tranquilli, c’è una regola semplice: “Hai ragione, amore.” Funziona nel 97% dei casi. Nel restante 3%… cucinate.
A te, Sara, la mia ragazza di sempre.
Tieniti stretta alla tua creatività, al tuo modo di illuminare tutto quello che tocchi. E tieniti stretta a Davide, che sa ridere con te e non di te, che cammina al tuo passo e, quando serve, ti aspetta.
Non dimenticare mai che la felicità va coltivata come fate con le vostre ricette: ingredienti buoni, tempi giusti, un pizzico di follia, e il coraggio di rifare tutto da capo quando non viene.
A entrambi voglio lasciare una piccola promessa: noi ci siamo. La famiglia c’è, nel chiasso delle serate giochi e nel silenzio delle giornate difficili. E vi guarderemo crescere, senza interferire… o almeno ci proverò, promesso.
Adesso, prima di finire, un augurio.
Che la vostra casa resti sempre piena di luce, di amici, di cani che rubano calzini, di pentole che suonano come campane e di abbracci che sanno di casa.
Che vi ricordiate di ballare anche quando non c’è musica, di chiedere scusa anche quando vi sembra ingiusto, e di dire grazie ogni giorno.
Che il vostro “noi” sia sempre più grande di qualsiasi “io”.
Bene, ho parlato fin troppo per uno che si era promesso di essere breve… ma oggi non si risparmia nulla.
Allora, amici e famiglia, alziamo i calici.
A Sara e Davide: che l’amore vi sia complice, che il futuro vi sorprenda con panorami ancora più belli, e che non smettiate mai di scegliere l’un l’altro, ogni singolo giorno.
Alla vostra vita insieme. Auguri!